GIORGIO OREFICE

         Il miglior modo di prevedere il futuro è costruirlo

GIORGIO OREFICE @ ALL RIGHT RESERVED 2021

Pittura, Scultura, Ceramica e Lava, Fotografia,
Arte digitale, Frattali, Centro Studi Frattalismo


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Questa immagine della Madonna è dipinta con smalto e fuoco 
su lastra di pietra lava del vulcano Etna ed è collocata in uno degli altari laterali del Santuario della Madonna dele lacrime di Siracusa

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                     Questo è il testo della testimonianza riportata sotto il dipinto:

 

Giorgio Orefice                                         ..
96100 Siracusa                     .
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Non ricordo bene ma doveva essere primo pomeriggio perché io ero al tavolo della cucina a disegnare, ancora una volta, TEX Willer perché volevo fare un fumetto… Da grande volevo fare il fumettista e, devo dire, l’ho fatto per un po’ di tempo, a Roma. Avevo disegnato il viso di Tex e stavo cominciando il cavallo quando entra, di corsa, mio fratello Bartolo che mi dice: Alzati e vieni con me. Rispondo che non ho ancora fatto i compiti, lui mi prende per un braccio e mi trascina fuori.

Abbiamo fatto quasi di corsa via Genova, via Torino, via Buon riposo
( ora via Piave) al casello del treno siamo andati giù e si vedeva già della gente che andava verso via Isonzo e più giù. 
In via degli Orti c’era molta gente parte sulla destra, scendendo, e parte sulla sinistra, di fronte. Mio fratello mi ha detto “aspetta ccà” ed è tornato poco dopo con un batuffolo di cotone in mano, si è fatto spazio tra la gente tenendomi sempre per il braccio o per la mano, è arrivato quasi al muro e mi ha detto: Sali sulle mie spalle e asciuga quelle lacrime                    

Sinceramente: non sapevo di che parlava, non mi rendevo conto e lo guardavo un po’ spaventato. Lui si è abbassato io sono salito, lui si è alzato… che quasi mi fa cascare e grida :  ASCIUGA!         

Io mi rendo conto, vedo la figuretta su sfondo nero…  metto il cotone contro il quadro e strofino piano finché sento del fresco, del bagnato sul mio dito medio                   

La gente che preme è tanta, mio fratello non ce la fa più si abbassa e io con un piede tocco terra                            
Bartolo mi strappa il cotone dalle mani, lo guarda e si avvia fuori dalla folla.          Io sono ancora fermo a guardarlo lui si gira e fa: 
Ni viremu a casa.


Un po’ spinto dalla folla mi ritrovo dall’altra parte della strada e mi sto avviando verso casa ma c’è della gente che entra ed esce da una casa con la porta aperta.. è la stessa gente che si accalca sotto il quadro che – dicono- lacrima.      Entro, attraverso una prima stanza con molta gente che dice, racconta alcuni ad alta voce altri quasi sussurrando. 
Io mi trovo appoggiato sullo stipite della seconda stanza dove c’è una figura femminile sul letto con una benda che le copre gli occhi e parte della fronte, accanto a lei una persona anziana – vestita di scuro- al altre più giovani che le parlano. 
La donna sul letto fa un ultimo singulto, scuote la testa e si vuole alzare qualcuno la ferma la gente si agita e io mi ritrovo quasi fuori dalla porta sulla strada.     La madonna, dicono, non lacrima più.
E questo, chissà perché, mi segna. 

Già non avevo capito molto… da Tex alla corsa, al cotone, al dito che mi sentivo ancora “fresco”, alla donna con la benda e la gente, tanta gente… Ero davvero confuso.         Mi avviai verso casa ma qualcosa mi diceva che doveva esserci un collegamento, una relazione tra il pianto della donna e quello della immagine sul quadro, Stavo cercando di spiegarmi come fossero collegati: perché se la donna piangeva anche il quadro lacrimava??

Ho un ricordo preciso di quella sera: mio fratello Bartolo, a cena, raccontava a mio padre e ai familiari i fatti di quel pomeriggio.   Io mi sono sentito molto triste e piano piano sono andato a letto dove ho pianto tanto.
..fino ad addormentarmi.

E questo è tutto
O forse no

Giorgio Orefice